L’acidità di stomaco è uno dei più comuni disturbi che colpiscono l’apparato digerente. Si parla, in particolare, di acidità di stomaco in presenza di sintomi di disagio dovuti a un’aumentata secrezione acida (iperacidità) a livello gastrico e/o una riduzione dei naturali meccanismi difensivi che proteggono le mucose dall’azione degli acidi ed evitano che i succhi gastrici vengano a contatto con altre parti del tratto digerente.
Molto spesso si tratta di un problema occasionale: si può presentare per esempio dopo un pasto abbondante sotto forma di bruciore di stomaco (detto anche pirosi gastrica) e, anche se comporta un certo fastidio, in questi casi non deve destare particolare preoccupazione, ma suggerire, magari, una correzione dello stile di vita a tavola. Può però succedere che episodi di acidità di stomaco diventino piuttosto frequenti. In questi casi, come vedremo, è opportuno consultare il medico, perché l’acidità potrebbe essere legata a vere e proprie patologie da diagnosticare e affrontare adeguatamente per recuperare il proprio benessere. La sensazione di bruciore che si concentra all’altezza dello sterno, soprattutto se compare qualche ora dopo il pasto e durante la notte, può per esempio essere tra i sintomi del reflusso gastroesofageo. Per questo motivo, se i disturbi durano da qualche tempo, è consigliabile rivolgersi al proprio medico per individuare la terapia più adatta, per esempio a base di un antiacido, o per valutare la necessità di sottoporsi a esami specifici. Infatti, anche se bruciori di stomaco e cattiva digestione possono sembrare fastidi di poco conto, è meglio escludere che nascondano vere e proprie patologie.
Come già anticipato, l’acidità di stomaco si manifesta quando c’è uno squilibrio tra gli acidi presenti nello stomaco e i naturali meccanismi di difesa dello stomaco, per via di un’eccessiva produzione di succhi gastrici e/o di una riduzione delle barriere difensive.
Vale la pena ricordare, infatti, che lo stomaco partecipa ai processi digestivi secernendo, attraverso le cellule delle sue pareti, alcune sostanze che vanno a costituire i succhi gastrici, tra cui in particolare l’acido cloridrico. Questa sostanza permette di mantenere un ambiente acido, necessario per distruggere la maggior parte dei microrganismi ingeriti con il cibo e per convertire il pepsinogeno (a sua volta prodotto dalle cellule gastriche) nella sua forma attiva, la pepsina, che tra gli enzimi digestivi è quello deputato alla digestione delle proteine. Le cellule dello stomaco producono anche muco e bicarbonato, che proteggono la parete gastrica dalla corrosione degli acidi.
Diversi fattori esterni possono, però, incrementare la secrezione di acidi e/o indebolire la barriera difensiva, lasciando così ai succhi gastrici la possibilità di aggredire le pareti dello stomaco e del primo tratto intestinale (il duodeno), favorendo una infiammazione delle stesse (gastrite e duodenite) che può essere acuta o, con il tempo, diventare cronica. Nei casi più seri possono comparire lesioni, erosioni e perforazioni propriamente dette ulcere (ulcera gastrica o duodenale).
Tra i fattori chiamati in causa ricordiamo:
L’acidità può coinvolgere, oltre a stomaco e duodeno, anche l’esofago. Tra quest’ultimo e lo stomaco è presente una sorta di valvola, lo sfintere esofageo inferiore, che si apre per permettere il passaggio del cibo nello stomaco, ma che dovrebbe chiudersi perfettamente per evitare la risalita di materiale acido. Esistono però fattori che possono alterare il funzionamento di questa valvola, favorendo il reflusso gastroesofageo (anche fino alla gola e alla bocca), con conseguente comparsa di bruciori. I principali sono:
La risalita di materiale acido nell’esofago può essere occasionale o determinare, nel tempo, una vera e propria malattia da reflusso gastro-esofageo, cronica e recidivante.
Il sintomo tipico dell’acidità di stomaco è il bruciore di stomaco localizzato in particolare a livello dell’epigastrio (la cosiddetta bocca dello stomaco), che in genere si manifesta subito dopo mangiato. Il bruciore di stomaco può essere accompagnato da reflusso, ossia rigurgiti di cibo che dallo stomaco tornano in esofago e possono perfino raggiungere la faringe, causando un fastidio nella deglutizione.
Possono poi associarsi altri sintomi. Se, per esempio, l’acidità è legata a un episodio di indigestione potrà essere accompagnata da:
A questi sintomi può poi seguire un fastidio alla pancia associato a flatulenza e meteorismo, ossia eccessiva presenza di gas nell’intestino.
Se il bruciore di stomaco tende a restare circoscritto ed è accompagnato da dolori e crampi più o meno intensi nella parte centrale dell’addome, potrebbe segnalare una gastrite o un’ulcera peptica. Nel caso della gastrite, il bruciore di stomaco è accompagnato da sensazione di pienezza, a volte da nausea e vomito. In caso di ulcera gastrica, invece, il dolore e il bruciore di stomaco possono risultare intensi soprattutto a stomaco vuoto, per poi attenuarsi o scomparire rapidamente quando si mangia e riacutizzarsi al termine del pasto, irradiandosi anche alla schiena. Se i fastidi compaiono nel cuore della notte, possono essere segno di ulcera duodenale.
Se, invece, il bruciore di stomaco tende a risalire verso la gola e si associa a rigurgito acido, con sensazione di liquido in bocca e spiacevole retrogusto amaro, e peggiora assumendo una posizione sdraiata o inclinata, l’acidità può essere legata a un episodio di reflusso o, se frequente, a una vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo.
Come detto, la tipologia dei sintomi associati all’acidità di stomaco può essere piuttosto varia e anche la severità con cui si manifestano può differire da persona a persona, senza essere necessariamente correlata all’entità del disturbo che la causa. In caso quindi di acidità non episodica, ma che tende a ripresentarsi con frequenza e/o a perdurare per qualche giorno, è bene chiedere consiglio al medico curante e, se necessario, sottoporsi a una visita da uno specialista in gastroenterologia, che potrà prescrivere accertamenti. In questo modo sarà possibile ottenere una diagnosi e stabilire la terapia più appropriata.
In caso di acidità di stomaco esistono diverse possibilità di trattamento e rivolgersi al proprio medico o al farmacista può aiutare a trovare le cure più adatte al proprio caso. Tra i rimedi al bruciore di stomaco una soluzione rapida è offerta dai prodotti antiacidi. Si tratta di farmaci da banco o dispositivi medici che non richiedono la prescrizione medica e che, come si può intuire dal nome, agiscono proprio tamponando l’acido prodotto in eccesso. Disponibili in compresse, granulato da sciogliere in bocca o sospensioni pronte all’uso, gli antiacidi efficaci sono a base per esempio di carbonato di calcio, bicarbonato di sodio, idrossido di magnesio o idrossido di alluminio. Qualora fossero presenti anche sintomi legati al meteorismo, potrebbe essere utile associare simeticone o carbone vegetale, sostanze in grado di indurre l’eliminazione delle bolle di gas presenti nel tratto gastro-intestinale, riducendo così i sintomi tipici, come eruttazioni, gonfiore addominale e flatulenza. Contro l’acidità di stomaco, soprattutto nei casi in cui si manifesta in associazione al reflusso gastroesofageo, è possibile assumere anche inibitori di pompa protonica.
Tra le cure possibili per combattere l’acidità di stomaco sono compresi anche medicinali che favoriscono lo svuotamento gastrico, come i procinetici.
Per il trattamento, ma anche la prevenzione, dell’acidità di stomaco è importante anche seguire un regime alimentare corretto e uno stile di vita sano. Le buone abitudini a tavola possono infatti contribuire a contrastare un’acidità di stomaco occasionale e a evitare il peggioramento dei sintomi. Può essere consigliabile, per esempio:
Sul fronte dell’alimentazione, ci sono cibi la cui assunzione può contribuire a irritare le mucose, incrementare la produzione di succhi gastrici, alterare la tenuta dello sfintere esofageo inferiore e determinare difficoltà digestive, tutti fattori che, come visto, possono favorire l’insorgere di episodi di acidità di stomaco e peggiorare i sintomi già presenti.
È quindi consigliabile limitare, se non addirittura evitare, il consumo di:
Può essere invece consigliabile seguire una dieta tipicamente mediterranea, cioè un’alimentazione che dia per esempio più spazio a cereali integrali, verdure e frutta (che sono fonti di fibre), rispetto agli zuccheri semplici; inoltre, sono da preferire cotture leggere e, tra i condimenti, l’olio di oliva. Tra le spezie, si possono usare, senza eccedere, piccole quantità di curcuma. Come bevande, oltre all’acqua, può essere utile sorseggiare al bisogno delle tisane o infusi non zuccherati, per esempio a base di malva o camomilla, dalle proprietà antinfiammatorie e lenitive a livello di sistema digerente.
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