L’acetone (o chetosi) è una condizione metabolica che si instaura quando l’organismo utilizza i grassi anziché gli zuccheri come fonte energetica.
L’acetone si verifica di frequente nei bambini e di solito è un problema transitorio, che si risolve seguendo alcuni accorgimenti legati soprattutto all’alimentazione. Nei casi più gravi, può portare a una condizione di squilibrio metabolico definita acidosi, (come nel caso del diabete infantile): se la sintomatologia clinica fa sospettare che alla base dell’acetone possa esserci questa patologia, bisogna subito rivolgersi a un pediatra.
L’acetone (o chetosi o acetonemia) è l’accumulo nell’organismo di corpi chetonici in seguito a una reazione fisiologica che si instaura quando il corpo ha a disposizione troppo poco glucosio per produrre energia. Non potendo quindi utilizzare gli zuccheri, l’organismo comincia a sfruttare i grassi (lipidi).
La presenza di ridotte quantità di zuccheri si verifica soprattutto in caso di inappetenza o come conseguenza del digiuno prolungato, di febbre alta o di disturbi dell’intestino, come per esempio in caso di gastroenterite. Se l’organismo non ha più riserve di zucchero da sfruttare come fonte energetica, fa uso dei grassi e dal loro catabolismo vengono prodotti i corpi chetonici.
I corpi chetonici sono tre composti presenti nel sangue e prodotti a livello del fegato a partire dall’acetilcoenzima A: l’acetone (da cui prende il nome questa condizione medica), l’acido acetoacetico e l’acido beta-idrossibutirrico.
L’acetone è un prodotto di scarto che si forma durante il metabolismo degli altri corpi chetonici e viene eliminato con la respirazione.
Queste sostanze vengono prodotte fisiologicamente dall’organismo in piccole quantità; tuttavia, se sono presenti in dosi eccessive, da una condizione fisiologica si passa a una patologica, denominata acidosi.
Nell’adulto, la maggior parte delle volte la chetosi può essere causata da alcune condizioni quali:
L’acetone è un disturbo che si verifica frequentemente durante la vita di un bambino o di un neonato e di solito è un problema transitorio. Questo avviene soprattutto perché, nelle persone molto giovani, la capacità del fegato e dei muscoli di immagazzinare scorte di glucosio come fonte energetica è molto più limitata rispetto a quella degli adulti. In particolare, i bambini più colpiti sono quelli di un’età compresa tra i 2 e i 6 anni; poi l’incidenza tende a diminuire in maniera progressiva fino alla pubertà.
Nei bambini, le cause più comuni di acetone sono:
La chetosi si può avere anche in una rara patologia pediatrica come il diabete di tipo 1, in cui la produzione di chetoni è secondaria alla carenza di insulina, un ormone prodotto dal pancreas che permette all’organismo di usare il glucosio come fonte di energia. In sua assenza, il glucosio non viene assorbito dalle cellule, ma rimane nel sangue: per avere energia, il corpo comincia quindi a sfruttare i grassi.
Il primo sintomo che generalmente compare in caso di acetone è la presenza di alito fruttato: è dovuto al fatto che l’organismo elimina l’acetone, che è volatile, attraverso il respiro e conferisce questo odore particolare all’alito. Gli altri corpi chetonici, l’acido acetoacetico e l’acido beta-idrossibutirrico, vengono eliminati con le urine.
Oltre all’odore cattivo dell’alito, altri sintomi che compaiono con una certa frequenza sono:
La gravità dei sintomi dipende dalla quantità di corpi chetonici presenti nel sangue: nei casi più gravi, la produzione di corpi chetonici può raggiungere livelli tossici e portare a una condizione di importante squilibrio metabolico.
Alcuni bambini possono presentare acetone in modo ciclico ogni 20-30 giorni con vomito ripetuto, prostrazione (stato di grande stanchezza e debolezza fisiche), mal di testa e letargia. In questo caso si parla di “sindrome da vomito ciclico”. Si è visto che le persone che in giovane età soffrivano di questa sindrome, una volta diventate adulte, erano più propense ad avere problemi di emicrania. Queste due patologie sembrano avere infatti molti meccanismi patogenetici in comune.
In caso si sospetti uno stato di acetone nel bambino, è bene rivolgersi al proprio pediatra, il quale, già grazie a un’anamnesi accurata e alla sintomatologia presente, può diagnosticare il disturbo. Un’analisi accurata può avvenire tramite la valutazione della presenza di chetoni nelle urine (la cosiddetta chetonuria).
Questo esame può essere eseguito anche a casa dai genitori usando delle strisce reattive acquistabili in farmacia che, messe a contatto con le urine, in presenza di corpi chetonici cambiano colore. Nel caso il bambino soffra di diabete, le strisce urinarie evidenzieranno anche la presenza di glucosio (glicosuria).
Se i sintomi dovessero manifestarsi per un lungo periodo di tempo (alcuni giorni), oltre all’esame dell’urina, il medico potrà prescrivere al paziente ulteriori analisi di laboratorio (esami completi del sangue).
Fatto salvo il caso in cui sia conseguenza del diabete, l’acetone di per sé non è una malattia e non è necessario assumere farmaci specifici, in quanto i sintomi tendono a regredire in 24-48 ore in maniera spontanea.
La terapia dell’acetone nei bambini consiste essenzialmente nel modificare la loro dieta: in particolare, la loro alimentazione deve prevedere un minore consumo di cibi grassi e una maggiore quantità di carboidrati, che devono essere assunti frequentemente e in piccole quantità.
In questo senso, per fornire velocemente una quantità adeguata di glucosio e reintegrare liquidi e sali minerali può essere sufficiente far bere bevande zuccherate, come spremute, tisane, camomilla, succhi di frutta a piccoli sorsi, oppure un cucchiaino di zucchero disciolto in un po’ d’acqua.
Inoltre, è bene far bere molta acqua al bambino per ridurre i rischi di disidratazione.
Nel caso in cui il vomito ripetuto porti a una disidratazione eccessiva o l’acetone non si risolva con la somministrazione di liquidi per bocca, può essere necessario recarsi al pronto soccorso per effettuare una terapia reidratante per via endovenosa.
Finché la crisi di acetone perdura e nei giorni seguenti, il bambino deve seguire una dieta il più possibile leggera, evitando alimenti a elevato contenuto di grassi come:
Per riportare l’organismo a una condizione di equilibrio fisiologico e ridurre il rischio di sviluppare i sintomi, è bene fare attenzione all’alimentazione e seguire sempre una dieta equilibrata ricca di carboidrati complessi (come la pasta), nonché di legumi, carni bianche, pesce, verdure e frutta.
Inoltre, è bene che il bambino eviti gli sforzi eccessivi e consumi più pasti nell’arco della giornata per ridurre i periodi di digiuno.
Gli alimenti che possono essere dati al bambino in presenza di acetone sono:
Può essere utile fare uso di integratori alimentari a base di zuccheri, sali minerali e vitamine specifici per la chetosi.
Pur essendo un disturbo comune e che normalmente si risolve in modo spontaneo nell’arco di qualche ora, è bene sentire il parere del medico curante se l’acetone persiste per più di due o tre giorni, soprattutto se accompagnato da vomito ripetuto e febbre.
Se gli episodi di vomito sono frequenti, il bambino può andare facilmente incontro a disidratazione, soprattutto se è presente anche la febbre. Possono comparire poi difficoltà a respirare, diarrea e inappetenza.
Se compaiono sintomi molto intensi, può essere necessario rivolgersi al pronto soccorso per escludere che questa sintomatologia sia causata da una forma di diabete scompensato (chetoacidosi diabetica). In questo caso il medico dovrà instaurare anche un’adeguata terapia antidiabetica.
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