La gastrite è l’infiammazione della mucosa gastrica, ovvero il tessuto che ricopre la parete interna dello stomaco e la protegge dall’azione dei succhi gastrici acidi indispensabili per il processo di digestione dei cibi.
Si possono distinguere due principali forme di gastrite, ciascuna delle quali può avere diverse cause:
Inoltre, la gastrite può essere erosiva o non erosiva. Nel primo caso la mucosa gastrica infiammata viene anche erosa, cioè “consumata” e resa più sottile e quindi più vulnerabile all’attacco degli acidi. Nel secondo caso, invece, il rivestimento dello stomaco subisce un’alterazione che nel corso del tempo ne provoca l’atrofia (ossia la degenerazione) o la trasformazione del tessuto gastrico in un tipo diverso di tessuto intestinale: questo processo è chiamato metaplasia.
La gastrite è un disturbo molto comune e nella maggior parte dei casi non grave: se viene trattata adeguatamente, migliora e si risolve abbastanza rapidamente.
Se trascurata, invece, può peggiorare e diventare cronica, oppure provocare complicanze gastriche, come ulcere, sanguinamenti, polipi e perforazioni. Inoltre, alcune forme di gastrite, se non trattate, aumentano il rischio di sviluppare un tumore gastrico.
I sintomi più comuni che si accompagnano alla comparsa della forma acuta della gastrite sono:
Nel corso di un episodio di gastrite acuta si può avere anche una sensazione di malessere generale, talvolta con febbre.
La gastrite cronica è invece spesso asintomatica, in particolare se provocata da infezioni batteriche, come quella da Helicobacter pylori.
In alcuni tipi di gastriti (gastriti erosive), l’infiammazione provoca un danno alla mucosa gastrica, che si assottiglia e diventa vulnerabile all’attacco degli acidi presenti nei succhi gastrici. In questo caso possono comparire complicanze come le ulcere gastriche, i sanguinamenti, il dolore addominale, la nausea e la febbre.
Talvolta la gastrite può provocare sintomi che non sembrano direttamente collegati a disturbi dello stomaco: è piuttosto comune, per esempio, avvertire dolore nella parte medio-alta della schiena durante un episodio di gastrite acuta, con un fastidio che aumenta subito dopo i pasti e quando si respira profondamente.
In ogni caso, le manifestazioni della gastrite possono variare a seconda delle cause che la provocano.
La comparsa della gastrite è di solito dovuta a un indebolimento della mucosa gastrica che, se intatta, è resistente all’azione degli acidi e fa da barriera protettiva nei confronti dei succhi gastrici, indispensabili nel processo digestivo. Quando la mucosa si assottiglia diventa invece accessibile alle sostanze acide, che ne provocano l’infiammazione.
La mucosa può risultare indebolita a seguito di una grande varietà di cause, in primo luogo il suo invecchiamento fisiologico: con l’avanzare dell’età la mucosa gastrica tende ad assottigliarsi naturalmente; inoltre gli anziani sono più facilmente soggetti alle infezioni batteriche e alle malattie autoimmuni, che sono a loro volta tra le possibili cause della gastrite.
La forma acuta è spesso dovuta a un’indigestione o a un’alimentazione poco equilibrata, caratterizzata dal consumo eccessivo di cibi speziati e piccanti o di alimenti ad alto contenuto di grassi, che risultano irritanti per la mucosa gastrica. Altri fattori collegati a uno stile di vita non corretto che favoriscono la comparsa della gastrite sono l’abitudine al fumo di sigaretta e il consumo eccessivo di alcol.
Una causa importante di gastrite è legata all’assunzione scorretta di alcuni farmaci: l’utilizzo regolare per lunghi periodi di alcuni farmaci, tra cui i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), può influenzare negativamente la produzione di sostanze importanti per la protezione delle pareti dello stomaco.
La gastrite può poi essere causata dallo stress dovuto per esempio alla comparsa improvvisa di una patologia o a un intervento chirurgico, anche se lo stomaco non è direttamente coinvolto. In questo caso si tratta di una forma di gastrite nervosa, di tipo psicosomatico (cioè un disturbo fisico causato da un problema psicologico).
Le infezioni batteriche sono altri possibili fattori in grado di provocare un’infiammazione della mucosa gastrica: in particolare, la causa più frequente di gastrite cronica non erosiva è l’infezione da parte di Helicobacter pylori, un batterio comunemente presente nello stomaco e in grado di resistere ai succhi gastrici. L’infezione è trasmessa generalmente da persona a persona, ma può avvenire anche attraverso alimenti o acqua contaminati. Nella gran parte dei casi non provoca sintomi; talvolta però, soprattutto negli anziani, il batterio può agire direttamente sul rivestimento gastrico e provocare la gastrite.
La comparsa della gastrite può essere associata anche alla presenza di altre malattie e disturbi dell’apparato digerente, come il reflusso biliare, il morbo di Crohn e la sindrome dell’intestino irritabile.
Raramente, anche una reazione autoimmune (nella quale il sistema immunitario attacca per errore le cellule della mucosa) può provocare l’infiammazione della mucosa gastrica; ciò accade soprattutto nelle persone che soffrono di malattie autoimmuni.
Questo disturbo dello stomaco può essere causato anche dalle radiazioni utilizzate per la radioterapia, dall’assunzione volontaria o accidentale di sostanze chimiche irritanti, da traumi e ustioni a livello gastrico.
Oltre alle numerose cause della gastrite, sono noti anche diversi fattori di rischio, cioè condizioni, situazioni o abitudini che possono aumentare la probabilità di sviluppare l’infiammazione. Alcuni di questi, come l’età, non sono modificabili, mentre su altri è possibile intervenire preventivamente.
I principali fattori di rischio per la gastrite sono:
Se compaiono i sintomi della gastrite, inizialmente si possono cambiare alcune cattive abitudini, per esempio correggendo eventuali squilibri nell’alimentazione, evitando il fumo e il consumo di alcol e di caffè, e in generale adottando uno stile di vita corretto.
L’alimentazione ha un ruolo molto importante per il controllo dei sintomi: consumare pasti leggeri e frequenti, privilegiando modalità di cottura leggere e alimenti a basso contenuto di grassi (carni bianche, pesce fresco, formaggi magri, ecc.), verdure a foglia larga e ricche di fibre, frutta non acida, olio extravergine di oliva a crudo, aiuta a ridurre la secrezione degli acidi nello stomaco. Vanno invece evitati i cibi fritti, speziati e piccanti, oltre che gli alcolici e le bevande gassate, che contribuiscono ad aumentare la produzione di acido. Anche lo stress dovrebbe essere tenuto sotto controllo, per quanto possibile, per esempio ricorrendo alle tecniche di rilassamento o allo yoga.
Può essere utile inoltre assumere farmaci antiacidi, che non richiedono la prescrizione del medico e che sono in grado di neutralizzare l’acido in eccesso già presente nello stomaco e di dare un rapido sollievo al bruciore e al dolore allo stomaco. Questi medicinali sono disponibili in compresse, soluzioni o granulato da sciogliere in bocca, e possono essere a base, per esempio, di sodio bicarbonato, calcio carbonato, idrossido di alluminio, magnesio carbonato o idrossido di magnesio. Alcuni di questi prodotti contengono in aggiunta anche un principio attivo, per esempio il dimeticone, il simeticone o il carbone vegetale, in grado di contrastare la formazione di gas a livello gastrico e intestinale.
Se, nonostante questi rimedi, i disturbi digestivi non migliorano nel giro di qualche giorno, o se compaiono complicazioni, come per esempio sangue nel vomito o nelle feci, è opportuno rivolgersi al medico curante o a uno specialista per individuare le cause del disturbo, giungere a una diagnosi, e definire il trattamento più efficace.
Nel caso della gastrite acuta, oltre agli antiacidi, sono indicati i farmaci che riducono la produzione di acido, come gli antagonisti dei recettori H2 dell’istamina e gli inibitori di pompa protonica.
Per la prevenzione della gastrite è importante agire per ridurre i fattori di rischio.
Ecco alcuni accorgimenti che possono essere utili per cercare di prevenire lo sviluppo dell’infiammazione:
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