Il fumo di sigaretta è un’abitudine molto diffusa in tutto il mondo ed è alla base di numerose patologie, che riguardano principalmente l’apparato respiratorio, ma che possono coinvolgere anche l’apparato digerente e quello cardiovascolare.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il consumo di tabacco (tabagismo) in Italia è maggiore negli uomini rispetto alle donne ed è un’abitudine diffusa soprattutto tra giovani e adulti, mentre la percentuale dei fumatori diminuisce tra le persone anziane.
ln seguito al processo di combustione, dal tabacco si liberano moltissime sostanze tossiche e irritanti come le ammine aromatiche, la nicotina, il monossido di carbonio, l’acido cianidrico, il benzene, il catrame.
La nicotina può dare fenomeni di dipendenza e provocare un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Il monossido di carbonio, invece, si lega al sangue impedendo il trasporto di ossigeno, favorisce alcune malattie cardiovascolari come l’infarto e può provocare alterazioni della crescita del feto nelle donne in gravidanza.
Il fumo può essere alla base di numerosi disturbi a carico degli organi dell’apparato digerente. Le lesioni si possono manifestare soprattutto nella prima parte del tratto gastroenterico, in particolare a carico della bocca, della gola, dell’esofago, dello stomaco, del fegato e del pancreas, ma l’uso eccessivo di tabacco può aumentare il rischio di malattie anche a livello di colon e retto, le parti terminali del tubo digerente.
Molti studi hanno evidenziato che il fumo tende a peggiorare tutti i sintomi legati a malattie dello stomaco e che, in particolare, aumenta il rischio di reflusso gastroesofageo.
Il sintomo principale legato al reflusso gastroesofageo si manifesta principalmente con una sensazione di bruciore di stomaco, caratterizzata da un episodio di dolore che inizia a livello della parte superiore dell’addome (mal di stomaco), per poi irradiarsi al torace.
Questa sensazione è dovuta al reflusso, cioè alla risalita del materiale acido contenuto nello stomaco attraverso il cardias. Il cardias è una valvola che, in condizioni fisiologiche, permette il passaggio dell’alimento dall’esofago allo stomaco, ma se la sua funzionalità è ridotta il passaggio può avvenire anche in senso inverso.
L’esofago, a differenza dello stomaco, non possiede meccanismi di protezione della mucosa dall’azione dell’acidità gastrica e in presenza di reflusso può andare incontro a un processo di infiammazione (esofagite da reflusso).
Il fumo contribuisce a questa situazione, perché indebolisce la muscolatura dello sfintere del cardias e ne impedisce il corretto funzionamento.
Il fumo aumenta inoltre il rischio di gastrite e di ulcera peptica. La gastrite è uno stato infiammatorio della mucosa dello stomaco che può riguardare solo gli strati superficiali o, nei casi gravi, può arrivare a erodere anche gli strati più profondi della parete gastrica, dando così origine a un’ulcera che può evolvere fino ad arrivare a perforare le pareti dello stomaco.
Le due cause principali che possono portare alla formazione di ulcere sono l’infezione da parte del batterio Helicobacter pylori e l’uso prolungato di alcuni farmaci. Nei fumatori, la probabilità che questo batterio possa dare origine a infezioni sembra essere maggiore rispetto ai non fumatori.
Inoltre, il fumo può ritardare la guarigione dei tessuti lesionati: si è visto infatti che in pazienti fumatori l’apporto di sangue e la formazione di nuovi vasi sanguigni nel punto dove è presente la lesione ulcerosa sono minori rispetto ai non fumatori, mentre aumenta la probabilità che si verifichi una recidiva dell’ulcera.
Il fumo non è di per sé un fattore capace di provocare un’ulcera, ma agisce in diversi modi sulla mucosa gastrica aumentando la possibilità che questa si verifichi. Ovvero:
Oltre al bruciore di stomaco, in presenza di reflusso gastroesofageo si possono manifestare disturbi quali nausea e vomito, crampi, gonfiore e dolore addominale, problemi di digestione e tosse dovuta all’irritazione da parte delle sostanze acide di provenienza gastrica che possono arrivare anche nelle vie respiratorie.
Se si presentano disturbi che possono essere provocati da un problema allo stomaco, è bene effettuare una visita medica, durante la quale il medico dovrà sottoporre il paziente a un’attenta anamnesi e considerare anche se è un fumatore per poter valutare l’impatto di questa cattiva abitudine sullo stato di salute generale.
Per poter arrivare a diagnosticare la causa alla base dei sintomi, il medico potrà prevedere di effettuare inizialmente delle analisi del sangue per avere una valutazione complessiva della funzionalità degli organi.
Altri esami strumentali che possono essere di aiuto nel diagnosticare un problema allo stomaco sono la radiografia dell’addome, l’ecografia e la gastroscopia.
Il fumo può causare problemi seri a vari distretti dell’organismo, pertanto la prima raccomandazione, in presenza di particolare sintomatologia o meno è smettere di fumare. A maggior ragione, se si presentano manifestazioni gastroenteriche in pazienti fumatori, l’interruzione dell’abitudine al fumo può ridurre l’entità dei sintomi ed evitarne la ricomparsa.
Il trattamento della gastrite e del reflusso gastroesofageo prevede innanzitutto un cambiamento nello stile di vita e nell’alimentazione. In particolare, è bene seguire alcune semplici regolare che riducono i problemi digestivi e favoriscono la salute e il benessere del corpo, come:
Oltre al cambiamento nelle abitudini di vita, la cura dei disturbi gastrici prevede anche una terapia medica, che si basa sull’uso di integratori o dispositivi medici o farmaci che tamponano l’acidità gastrica (antiacidi), che favoriscono la motilità del tratto digerente (procinetici) o che riducono la produzione di acidi a livello dello stomaco (farmaci anti-secretori).
Questi farmaci devono essere usati solo in seguito a un’attenta valutazione da parte di un medico e sotto il suo diretto controllo. Nel caso sia presente un’infezione da H. pylori, invece, il medico potrà prevedere di impostare una terapia a base di antibiotici.
La prevenzione è comunque il modo migliore per evitare che una gastrite acuta si trasformi, con il tempo, in una forma cronica. Continuare a fumare, infatti, porta con il tempo a lesioni sempre maggiori della parete gastrica e a un peggioramento delle condizioni di salute generali dell’organismo.
In ogni caso, bisogna sempre rivolgersi al medico curante o a un Centro Antifumo, il quale indicherà quale sia il percorso terapeutico migliore da intraprendere in base alle condizioni e alle esigenze del paziente, con l’obiettivo di mettere fine alla dipendenza da tabacco.
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