La gastrite antrale è l’infiammazione della mucosa di una regione specifica dello stomaco, l’antro pilorico.
La mucosa è lo strato che riveste la parete interna dell’organo ed è direttamente a contatto con i prodotti delle secrezioni gastriche e con il materiale ingerito. È costituita da:
A livello della mucosa dello stomaco vengono quindi prodotti i succhi gastrici, il muco che protegge la mucosa stessa dall’acidità e la gastrina, un ormone che regola la secrezione acida dello stomaco.
La parete dello stomaco, oltre alla mucosa, è composta da altri tre strati di tessuto: dall’interno verso l’esterno sono la tonaca sottomucosa, la muscolare e la sierosa.
Dal punto di vista anatomico, lo stomaco è un organo cavo ed è suddiviso in quattro parti:
Il piloro è una valvola che rappresenta il punto di passaggio tra lo stomaco e il duodeno, la prima parte dell’intestino tenue. L’antro pilorico è molto ricco di ghiandole che producono muco e gastrina.
Se la produzione di muco e bicarbonati a livello gastrico si riduce, viene meno la loro azione di protezione nei confronti della mucosa e questo può favorire lo sviluppo dell’infiammazione: la gastrite è dovuta all’azione dei succhi gastrici che provocano un danno alla mucosa, erodendone la superficie. La diminuita produzione di muco e bicarbonati dipende da diverse cause o fattori di rischio, tra cui:
La gastrite antrale può presentarsi in due forme: lieve o grave.
La forma lieve è la gastrite antrale superficiale (o non erosiva), mentre la forma grave è quella erosiva. La forma superficiale è caratterizzata da lesioni che si limitano allo strato più superficiale della mucosa gastrica e le manifestazioni cliniche possono essere una lieve dispepsia o fastidi vaghi.
La forma erosiva, invece, può dare manifestazioni cliniche che richiedono l’intervento di un medico. In questo caso, infatti, le lesioni della mucosa arrivano più in profondità, fino a portare alla formazione di ulcere peptiche perforanti con sanguinamento della mucosa dello stomaco.
La gastrite antrale si può manifestare con diversi disturbi:
Se le manifestazioni cliniche durano a lungo (più di una settimana) è bene chiedere un consulto al proprio medico curante o fare una visita specialistica con un gastroenterologo (un medico specializzato in gastroenterologia, la disciplina che studia l’apparato digerente e le sue patologie) che valuterà il percorso diagnostico e terapeutico che riterrà più opportuno.
In base ai problemi riferiti, alla raccolta dell’anamnesi (la storia clinica del paziente) e alla visita clinica, il medico potrà decidere a quali esami sottoporre il paziente, in modo da poter emettere una diagnosi clinica. Uno dei primi test che si possono effettuare è quello della ricerca dell’Helicobacter pylori, che, come detto, è il principale agente della gastrite antrale. Il medico potrà inoltre prescrivere analisi del sangue per valutare le condizioni generali del paziente ed esami di diagnostica per immagini, tra cui la gastroscopia.
Questo esame è un’endoscopia del primo tratto dell’apparto digerente. Questa tecnica prevede l’inserimento attraverso la bocca di una sonda dotata di una piccola telecamera, che permette di visualizzare la mucosa dello stomaco e di fare una biopsia della parete. La biopsia consiste nel togliere una piccola porzione di tessuto, che verrà poi analizzata per valutare il tipo di lesione presente.
Se le manifestazioni cliniche sono lievi, si possono usare dei rimedi naturali, come l’infuso di melissa, di malva o lo zenzero che favoriscono le funzioni digestive.
Se, al contrario, i disturbi sono più intensi, è importante arrivare a individuare la causa della gastrite, perché questo permetterà al medico di instaurare il trattamento medico più appropriato.
Se i sintomi non sono gravi, e dietro stretto controllo medico, si può seguire un altro tipo di approccio terapeutico, che è quello di instaurare una terapia volta a mitigare le manifestazioni cliniche del disturbo, riducendo l’acidità gastrica, ad esempio ricorrendo agli antiacidi, disponibili come medicinali da banco. Sono spesso associati ad altri due tipi di farmaci: gli anti-H2 e i farmaci inibitori di pompa protonica. Queste ultime due categorie servono a ridurre la secrezione acida dello stomaco e necessitano della prescrizione medica.
La terapia, quindi, varia in base alla causa che ha scatenato la gastrite: se, per esempio l’agente eziologico è Helicobacter pylori, il medico prevederà l’uso di antibiotici e la sospensione dell’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei, che hanno azione lesiva della mucosa gastrica, se ritiene che siano loro alla base della patologia.
Alla terapia farmacologica è sempre bene associare una terapia nutrizionale, basata su un’alimentazione sana ed equilibrata che prevede l’eliminazione di cibi grassi, fritti, agrumi, caffè e sostanze alcoliche; da incentivare invece l’assunzione di frutta e verdure, carne magra come quella di pollo e di tacchino, pasta e riso.
Un regime alimentare equilibrato deve essere utilizzato non solo come terapia, ma anche come prevenzione e, più in generale, per preservare salute e benessere dell’organismo. È sempre bene mantenere uno stile di vita sano, evitando anche fattori di rischio come l’alcol e il fumo.
È importante inoltre seguire alcune semplici regole come:
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