Il termine “dispepsia” significa “cattiva digestione” (dal greco “dys“, difficile, e “pepsis“, digestione) e corrisponde all’insieme di disturbi e malesseri che insorgono quando l’apparato digerente viene sottoposto a un lavoro superiore alle proprie capacità fisiologiche oppure quando sono presenti alterazioni acute o croniche della funzionalità dello stomaco o patologie specifiche del tubo digerente o degli organi associati (in particolare, fegato, pancreas e cistifellea/vie biliari) che interferiscono con una buona digestione. La dispepsia è una condizione molto comune, che colpisce fino al 20% della popolazione.
Dopo pasti abbondanti o comprendenti cibi molto impegnativi da digerire, le difficoltà digestive tipiche della dispepsia possono configurarsi come una vera e propria indigestione acuta oppure presentarsi in modo più sfumato e costante dopo i pasti abituali, anche non particolarmente “pesanti” (dispepsia cronica). Sotto il termine generico di “cattiva digestione” si comprendono diverse condizioni che possono manifestarsi con senso di fastidio, digestione difficoltosa e particolarmente lunga, dolore, tensione e gonfiore addominale. Non essendoci, però, parametri specifici che consentono di distinguere con esattezza coloro che soffrono di questi disturbi dai soggetti sani, i casi di dispepsia sono solitamente classificati in base alla sintomatologia.
I sintomi più comuni della dispepsia sono:
In concomitanza con questi sintomi, si possono presentare anche:
Mentre la digestione procede, compaiono anche bruciore di stomaco, rigurgito acido e un’acidità di stomaco che, in alcuni casi, può essere tale da indurre il vomito. Se ciò non avviene, dopo 1-2 ore, al mal di stomaco si aggiungono disturbi a carico dell’intestino, come meteorismo e flatulenza.
Generalmente i sintomi della dispepsia sono sporadici, quindi si presentano occasionalmente senza una ragione chiara. Quando, invece, i sintomi si protraggono per un periodo di tempo più lungo o si manifestano periodicamente si parla di dispepsia funzionale o cronica; affinché tale condizione sia diagnosticata, però, i sintomi devono essere presenti negli ultimi tre mesi ed essersi presentati in modo persistente per almeno sei mesi.
Per chi soffre di dispepsia cronica il malessere gastrico e intestinale è generalmente più modesto, ma ripresentandosi in modo regolare e persistente dopo i pasti può peggiorare in modo significativo la qualità di vita.
In genere, la dispepsia cronica comporta una digestione lunga (anche a causa di un rallentato svuotamento dello stomaco) e la presenza di più di uno dei seguenti sintomi:
I sintomi della dispepsia possono creare un disagio significativo durante il giorno e interferire con l’efficienza nello studio e nel lavoro soprattutto nelle prime ore del pomeriggio, ma diventano più difficili da sopportare quando si va a letto. Non appena ci si corica, infatti, ai disturbi digestivi già citati si aggiunge il reflusso gastroesofageo, caratterizzato dalla risalita spontanea dell’acido dallo stomaco verso l’esofago e dal tipico dolore epigastrico. Questi fenomeni possono persistere per diverse ore e disturbare notevolmente il sonno. Quando i sintomi della dispepsia interferiscono in maniera notevole sullo svolgimento delle attività quotidiane è fondamentale contattare il proprio medico al fine di individuare trattamenti e rimedi utili ad alleviare la condizione.
Se si inizia a soffrire di dispepsia/cattiva digestione non legata a cattive abitudini alimentari o a recenti cambiamenti dello stile di vita che possano essere facilmente identificati, il primo consiglio è rivolgersi al medico per una valutazione della sintomatologia e l’indicazione delle terapie più appropriate. Questa raccomandazione va seguita soprattutto se a soffrire di difficoltà digestive persistenti è un bambino, una persona con più di 50 anni o un anziano perché in queste fasi della vita una dispepsia significativa priva di cause evidenti può interferire con una corretta nutrizione ed essere associata a malattie gastroenteriche specifiche o a intolleranze alimentari.
Considerando che i sintomi della dispepsia sono aspecifici e le condizioni cliniche sottostanti che potrebbero causarla sono molteplici, qualora i sintomi non si risolvessero in pochi giorni è sicuramente utile consultare il proprio medico. Quest’ultimo, dopo aver esaminato la sintomatologia del paziente, eseguirà un esame fisico e, qualora lo ritenesse necessario, indicherà al paziente ulteriori test ed esami necessari per giungere a una corretta diagnosi, tra i quali vi sono:
In generale, il trattamento della dispepsia dipende dalla causa scatenante e dalla gravità della situazione. Nel caso di sintomi lievi e poco frequenti, per esempio, il primo passo è quello di apportare modifiche al proprio stile di vita, come per esempio:
In gran parte dei casi, tuttavia, le difficoltà di digestione sono legate a un’eccessiva secrezione di succhi gastrici o a disturbi di tipo funzionale non meglio precisati (dispepsia funzionale) che possono riguardare soltanto lo stomaco o anche l’intestino.
In questi casi, per alleviare il bruciore di stomaco, il senso di pesantezza e il gonfiore addominale a seguito dei pasti, si può assumere un preparato antiacido, per esempio a base di carbonato di calcio, bicarbonato di sodio, idrossido di magnesio, idrossido di alluminio in compresse o granulato da sciogliere in bocca, in grado di garantire un immediato “effetto tampone”. Un principio attivo capace di contrastare la formazione di gas intestinale, come per esempio il simeticone o carbone vegetale, permette di ottenere un effetto più completo sui principali sintomi della dispepsia funzionale o indotta da pasti abbondanti.
Se le modifiche al proprio stile di vita e i trattamenti sopra elencati non dovessero risultare sufficienti per lenire i sintomi, il medico potrà indicare al paziente alcuni medicinali per trattare la propria condizione. Tra questi, i principali sono:
Infine, nel caso in cui i sintomi della dispepsia sono da ricollegare a situazioni emotive particolarmente stressanti, potrebbe essere utile consultare uno psicoterapeuta, che saprà sicuramente consigliare delle tecniche di rilassamento e di gestione dello stress per aiutare il paziente a gestire i propri sintomi.
Le cause della digestione difficile sono numerosissime e possono essere principalmente di due tipologie: cause organiche (più rare) o cause funzionali (più comuni). In particolare, le prime sono rappresentate da varie e proprie patologie (come i calcoli della colecisti) o da un’infezione da Helicobacter pylori, mentre le seconde sono legate ad alterazioni della motilità intestinale dovute a condizioni emotive, come lo stress e l’ansia.
Generalmente, comunque, i sintomi dell’indigestione si verificano occasionalmente, per esempio a seguito del consumo di un pasto eccessivamente grasso o abbondante, ma se la sintomatologia si presenta in maniera ricorrente ulteriori cause possono essere:
Inoltre, sono noti alcuni fattori di rischio, che aumentano il rischio di sviluppare la dispepsia funzionale. Tra questi ci sono:
L’attività dell’apparato digerente è influenzata da moltissimi fattori interni ed esterni all’organismo. Anche se non tutti sono controllabili a nostro piacimento, esistono diversi accorgimenti e abitudini quotidiane che possono favorire la buona digestione e ridurre il rischio di ritrovarsi a fare i conti con bruciore di stomaco, pesantezza, gonfiore addominale, meteorismo e tutti gli altri disturbi associati alla dispepsia occasionale o cronica.
Il primo aspetto da considerare è l’alimentazione, che deve basarsi su cibi freschi, sani e facili da digerire. La dieta mediterranea è perfetta per garantire la buona funzionalità dell’apparato digerente, sia perché è caratterizzata dalla prevalenza di cereali, frutta, verdura, pesce e carni bianche, cucinati in modo semplice e conditi perlopiù con olio d’oliva, sia perché i micronutrienti che fornisce (vitamine e antiossidanti) aiutano a tutelare la mucosa gastrica e dell’intestino. In generale, infatti, è consigliata l’assunzione di cereali (in particolare quelli integrali, che favoriscono il processo di digestione), verdure, olio d’oliva, carni bianche e pesce; inoltre, andrebbe prediletta la cottura al forno o al vapore.
Tra gli alimenti da limitare, invece, vanno ricordati:
Altra abitudine da eliminare è quella del fumo, in quanto questa sostanza può irritare il rivestimento dello stomaco.
Per favorire la buona digestione e la motilità intestinale è fondamentale anche praticare regolarmente attività fisica. L’ideale è combinare un’attività fisica strutturata di media intensità (corsa, bicicletta, nuoto, ginnastica, sport di squadra ecc.), da svolgere per 45-60 minuti almeno 2-3 volte alla settimana, con la sana abitudine a muoversi il più possibile ogni giorno (spostandosi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici; evitando di usare ascensori e scale mobili ecc.). Molto utile, soprattutto se si soffre di digestione lunga o reflusso gastroesofageo, è anche passeggiare per circa 15-20 dopo i pasti principali. Vietato, invece, sedersi in poltrona o coricarsi subito dopo pranzo o cena.
Altre regole di base per aiutare il processo digestivo e prevenire malesseri e alterazioni della motilità intestinale comprendono:
Molte persone soffrono di dispepsia lieve solo occasionalmente e riescono a gestirne la sintomatologia apportando alcuni cambiamenti al proprio stile di vita o assumendo alcuni farmaci da banco. Se, però, la condizione tende a presentarsi troppo frequentemente o si nota un peggioramento dei sintomi, diventa fondamentale rivolgersi al proprio medico per ottenere un consulto specifico. In particolare, è necessario chiedere il parere di uno specialista nel caso in cui si riscontrino uno o più dei seguenti sintomi:
Con “dispepsia” si fa riferimento a una serie di sintomi e disturbi a carico dell’apparato digerente, che possono manifestarsi con dolore addominale, eruttazioni frequenti, sensazione precoce di sazietà, nausea, alitosi e altri sintomi. Le cause d’insorgenza non sono del tutto chiare, ma nei casi in cui si tratta di un disturbo occasionale vanno spesso ricondotte al consumo di un pasto eccessivamente grasso o abbondante; in altri casi, invece, le cause possono essere ricercate in uno stile di vita poco sano, nel fumo o nell’assunzione di determinati farmaci. A tal proposito, per lenire i problemi derivanti da tale condizione è necessario, innanzitutto, apportare delle modifiche al proprio stile di vita e alla propria alimentazione, evitando cibi eccessivamente grassi, piccanti o speziati e prediligendo alimenti in grado di favorire il processo digestivo. Altrettanto importante è la pratica regolare di attività fisica, l’abitudine di dedicare il giusto tempo ai pasti e la corretta gestione dello stress. Nei casi opportuni, il medico potrebbe anche suggerire al paziente l’assunzione di determinati farmaci per alleviare i sintomi. Consultare un medico non è necessario se la sintomatologia è solo occasionale, ma potrebbe rivelarsi opportuno se i sintomi peggiorano o se la condizione tende a ripresentarsi con eccessiva frequenza.
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