Il sistema digerente dell’uomo è costituito da vari tratti, ognuno dei quali svolge funzioni ben definite.
Uno dei suoi compiti principali è quello di veicolare il cibo attraverso tutta la sua lunghezza, dalla bocca fino all’ultima parte dell’intestino. Per fare questo, il sistema digerente è dotato di una propria muscolatura e innervazione e di strutture anatomiche che regolano il passaggio del cibo da un tratto a quello successivo con tempi e modalità ben precise.
Una delle prime strutture che il cibo deve attraversare per progredire nel suo viaggio lungo il tratto gastrointestinale è il cardias, la valvola che regola il passaggio tra esofago e stomaco.
Il cardias è un orifizio posto all’estremità distale dell’esofago ed è costituto da un anello muscolare, la cui funzione principale è mettere in comunicazione esofago e stomaco.
È localizzato anatomicamente nel tratto sottodiaframmatico, a sinistra dell’undicesima vertebra toracica, ed è separato dalla colonna vertebrale dalla frapposizione dell’arteria aorta.
A monte del cardias si trova lo sfintere esofageo inferiore o sfintere gastroesofageo, una struttura non distinguibile dal cardias dal punto di vista anatomico, la cui funzione è quella di impedire che, durante le fasi della digestione, il succo gastrico acido presente nello stomaco risalga a livello dell’esofago, irritandone la mucosa.
Nei normali processi digestivi la valvola cardiale è chiusa, perché le sue fibre muscolari rimangono contratte, mentre si rilassano durante altre fasi come l’eruttazione, il vomito e il fisiologico passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco.
Se il meccanismo di chiusura non funziona correttamente, si può avere la cosiddetta malattia da reflusso gastroesofageo, che si verifica quando i succhi gastrici, il cibo o i liquidi tornano indietro spostandosi in maniera retrograda dallo stomaco all’esofago.
Nel cardias, infine, avviene il passaggio dalla mucosa esofagea a quella gastrica. In questa regione sono inoltre presenti alcune ghiandole che producono muco, il quale ha funzione protettiva della parte terminale dell’esofago nei confronti dell’acidità gastrica.
Il principale difetto a cui può andare incontro il cardias è l’incontinenza cardiale. Si tratta di un’alterazione del corretto funzionamento del cardias, a causa della quale la muscolatura non riesce a contrarsi in maniera adeguata permettendo così la risalita del cibo dallo stomaco verso l’esofago.
L’incontinenza cardiale può avere diverse cause, tra cui:
L’apertura dello sfintere esofageo inferiore può essere rallentata in presenza di acalasia: è una rara patologia dell’esofago dovuta a un’alterazione di natura autoimmunitaria dell’innervazione della muscolatura. Questo provoca disturbi della motilità, con conseguente rallentamento della normale peristalsi esofagea. La discesa del bolo avviene molto lentamente e non induce l’apertura dello sfintere. Si può manifestare con rigurgito di cibo non digerito, dolore al torace, mal di stomaco, dimagrimento e tosse notturna.
L’incompetenza cardiale è una patologia dell’apparato digerente che si può manifestare in qualunque momento della vita.
Generalmente i sintomi sono secondari alla presenza di reflusso gastroesofageo e insorgono in maniera graduale. Le manifestazioni cliniche principali di questo disturbo sono:
I sintomi tendono a peggiorare con il passare del tempo: se diventano cronici, possono influire in maniera importante sulla salute e sulla qualità della vita. In caso di cronicizzazione del reflusso, possono infatti instaurarsi altre patologie quali:
Nel caso in cui il materiale di provenienza gastrica riesca a raggiungere anche la gola, la mucosa di faringe e laringe, si può andare incontro a infiammazione e assistere alla comparsa di raucedine.
Il materiale acido nebulizzato, infine, attraverso la trachea può arrivare poi a livello dei polmoni, irritando le vie aeree e causando tosse e asma.
Se questi sintomi persistono per un periodo prolungato, è bene rivolgersi al proprio medico curante o a un gastroenterologo per effettuare una visita. In base all’anamnesi, alle evidenze presenti alla visita clinica e alla sintomatologia, il medico prescriverà inizialmente esami del sangue, delle urine e delle feci. In seguito, per poter arrivare a una diagnosi accurata, potrà essere necessario effettuare altre indagini di diagnostica per immagini, tra cui:
I fattori che aumentano il rischio di reflusso gastroesofageo sono:
Nei casi meno gravi, in cui i sintomi sono blandi, la terapia si basa soprattutto sul cambiamento dello stile di vita e sull’uso di farmaci da banco che neutralizzano l’acidità gastrica o riducono la produzione di acidi a livello dello stomaco. Questi farmaci forniscono protezione alla mucosa esofagea riducendo l’intensità dei sintomi.
Per ridurre i sintomi e mantenere la salute del corpo, può essere utile fare uso, assieme ai farmaci da banco, anche di rimedi naturali come la liquirizia e la camomilla e tecniche di rilassamento per ridurre lo stress.
Per quanto riguarda lo stile di vita, è opportuno seguire alcune regole di base, tra cui:
Nei casi più gravi di incompetenza cardiale e qualora queste misure e i farmaci non fossero più sufficienti, può essere necessario intervenire da un punto di vista chirurgico al fine di ripristinare la normale funzionalità dello sfintere, sia con tecnica endoscopica che laparoscopica.